Pubblica amministrazione Enti Locali I Fondi strutturali europei 2021-2027: le risorse per l’Italia

I Fondi strutturali europei 2021-2027: le risorse per l’Italia

di Giorgia Marinuzzi e Walter Tortorella*

Il nuovo Accordo di Partenariato (AdP) 2021-2027 dell’Italia è stato approvato con oltre 8 mesi di ritardo rispetto ai tempi dell’AdP 2014-2020. Su tale ritardo ha impattato la pandemia e la conseguente approvazione tardiva del bilancio pluriennale dell’Unione europea e dei Regolamenti dei Fondi strutturali per il 2021-2027.

Una delle novità più importanti per il nostro Paese all’interno della nuova programmazione riguarda la “retrocessione” di alcune regioni tra le categorie destinatarie delle risorse UE (Figura 1).

Fino al periodo di programmazione 2014-2020 le regioni meno sviluppate[1] (Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) e quelle in transizione[2] (Abruzzo, Molise e Sardegna) rappresentavano insieme il Mezzogiorno geografico italiano (sulla base del quale si stabiliscono le allocazioni della politica di coesione nazionale), mentre le regioni più sviluppate[3] coincidevano esattamente con il Centro-Nord geografico della politica di coesione nazionale.

Nel periodo di programmazione 2021-2027, invece, la geografia della coesione europea dell’Italia è cambiata, con il ritorno tra le regioni meno sviluppate del Molise e della Sardegna, e l’ingresso tra le regioni in transizione delle Marche e dell’Umbria. Un generale peggioramento della classificazione di alcune regioni che ha anche comportato un aumento della dotazione di Fondi strutturali per l’Italia per il 2021-2027.

Figura 1 Criteri di riparto delle risorse della politica di coesione in Italia, confronto 2014-2020 e 2021-2027

Fonte: elaborazione IFEL-Ufficio Analisi ed Elaborazione Dati Economia Territoriale su dati Commissione europea, anni vari

Secondo gli ultimi dati diffusi dal Dipartimento per le politiche di coesione, aggiornati al 31 agosto 2022, la quota di risorse europee mobilitate dall’Accordo di Partenariato 2021-2027 per l’Italia ammonta a oltre 42 miliardi di euro, di cui 26,3 di Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) e 14,8 di Fondo Sociale Europeo plus (FSE+). Ai due Fondi principali si aggiungono le risorse del Just Transition Fund (JTF) per sostenere la transizione ecologica di attività a forte impatto ambientale, per un ammontare di circa 1 miliardo di euro.

Con il cofinanziamento nazionale il totale sale a oltre 74 miliardi di euro (Tabella 1)[1].

Fonte: Dipartimento per le politiche di coesione, 2022

Anche come effetto di un generale arretramento delle nostre regioni prima evidenziato, in termini assoluti l’ammontare delle somme programmate sotto il cappello dell’AdP 2021-2027 è maggiore rispetto allo scorso periodo di programmazione. Il valore programmatico dell’Accordo in termini di contributo europeo di FESR e FSE+ è aumentato di circa il 26% (Tabella 2): +22,3% lato FESR e +32,1% lato FSE+ (prima FSE).

Fonte: elaborazione IFEL-Ufficio Analisi ed Elaborazione Dati Economia Territoriale su dati Dipartimento per le politiche di coesione, 2022

Per estensione, anche sul fronte dei comuni, le risorse a disposizione complessive (quota UE e cofinanziamento nazionale), secondo le più recenti stime IFEL sono destinate ad aumentare. Se nel periodo 2014-2020 i comuni sono risultati beneficiari di 7,5 miliardi di euro, di cui 6,1 di provenienza FESR e 1,4 dal FSE, con il ciclo 2021-2027 gli importi dovrebbero raggiungere i 10 miliardi di euro, con un quasi raddoppio delle risorse del Fondo Sociale e un +21% del FESR (Tabella 3).

Fonte: elaborazione IFEL-Ufficio Analisi ed Elaborazione Dati Economia Territoriale su dati Dipartimento per le politiche di coesione e OpenCoesione, 2022

*IFEL-Fondazione ANCI

[1] Per ulteriori approfondimenti si rimanda alla XII edizione del Rapporto IFEL “La dimensione territoriale nelle politiche di coesione. Stato d’attuazione e ruolo dei Comuni nella programmazione 2014-2020 e 2021-2027”, 2022 disponibile al link seguente:

https://www.fondazioneifel.it/documenti-e-pubblicazioni/item/download/5635_78b0a297c52e312c2b984d87baec48d5

[1] Il cui PIL pro capite è inferiore al 75% della media del PIL dell’UE-27.

[2] Il cui PIL pro capite è compreso tra il 75% e il 100% della media del PIL dell’UE-27.

[3] Il cui PIL pro capite è superiore al 100% della media del PIL dell’UE-27.

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