EconomiaIl ciclo di programmazione 2021-2027: lo stato dell’arte

Il ciclo di programmazione 2021-2027: lo stato dell’arte

Di Maria Laura Esposito

Il ciclo di programmazione 2014/2020 si avvia alla sua conclusione ma è già in pieno svolgimento il dibattito politico e l’iter tecnico e legislativo per definire le regole del ciclo d programmazione 2021/2027.

Infatti nel mese di maggio 2018 la Commissione europea ha presentato le proposte del nuovo bilancio europeo e dei Regolamenti riferiti alla Politica di coesione 2021-2027, dando così formalmente avvio alle attività per la definizione del quadro di riferimento finanziario e normativo della futura programmazione europea.

Al di la del lavoro che si sta realizzando a livello europeo sul Bilancio dell’unione e sulla definizione della versione definitiva dei nuovi regolamenti, in Italia già da marzo 2019 è in corso, a livello centrale, il confronto partenariale che condurrà alla definizione dell’Accordo di partenariato[1].

Il confronto partenariale nazionale, in questa fase, è stato avviato articolandolo in cinque Tavoli tematici, uno per ciascuno degli Obiettivi di policy oggetto della proposta di Regolamento (UE) recante le disposizioni comuni sui fondi:

Tavolo 1: un’Europa più intelligente

Tavolo 2: un’Europa più verde

Tavolo 3: un’Europa più connessa

Tavolo 4: un’Europa più sociale

Tavolo 5: un’Europa più vicina ai cittadini

Ai tavoli partecipano i rappresentanti del Dipartimento per le Politiche di Coesione e del Nucleo di Valutazione i rappresentanti dell’Agenzia per la Coesione Territoriale e dell’ANPAL, i rappresentati delle Amministrazioni Centrali competenti per materia, delle Regioni e Province Autonome e i rappresentanti del Partenariato istituzionale, economico e sociale. I partecipanti sono chiamati ad intervenire attivamente in relazione al processo di programmazione tramite specifici contributi che saranno utili, assieme a quanto emerso negli incontri, alla redazione di un documento di sintesi rappresentativo degli esiti del confronto per ciascun Tavolo che sarà curato dal Dipartimento. I documenti di sintesi prodotti da ciascun tavolo saranno utilizzati e sviluppati nelle fasi successive per giungere alla stesura definitiva dell’Accordo di Partenariato e dei Programmi Operativi.

In questo contesto la Regione Campania ha avviato una fase di riflessione “tecnico amministrativa” perseguita attraverso la partecipazione ai Tavoli Nazionali, con particolare riferimento al “Tavolo 3 un’Europa più connessa” del quale fa parte come componente del gruppo tecnico di coordinamento. Dalle prime considerazioni emerge un’adesione rispetto a tutti gli obiettivi specifici che declinano gli obiettivi di policy in azioni da attuare.

Ad ogni modo al di là delle analisi puntuali, in questo contesto generale, evidentemente ancora prematuro per la definizione di questioni di dettaglio, la Regione Campania ha espresso nelle sedi preposte, in sinergia per altro, con quanto emerso anche in sede di Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome, posizioni che mirano nell’ambito del negoziato in corso:

  • a raggiungere una forte condivisione delle strategie generali da perseguire a livello Paese ma nel contempo auspica la definizione di un Accordo di Partenariato snello, in modo da non vincolare troppo le Regioni nella elaborazione dei Programmi operativi ma piuttosto delegare alle regioni la declinazione delle strategie generali in azioni rispondenti alle specificità territoriali.
  • all’ulteriore integrazione tra i fondi europei e nazionali
  • a garantire la continuità degli investimenti strategici rispetto al ciclo 2014/2020
  • alla semplificazione degli strumenti e delle procedure attuative

Inoltre, in adesione con la tempistica prospettata a livello nazionale il 4 ottobre scorso si è tenuto il primo incontro con il partenariato regionale al fine di avviare le interlocuzioni necessarie alla definizione dei nuovi Programmi Operativi.

Questo confronto si articolerà in incontri specifici sui 5 obiettivi di policy ai quali si aggiungeranno incontri ad hoc, aperti anche ad ulteriori stakeholder, sui temi unificanti con l’obiettivo di valorizzare l’enorme lavoro trasversale su alcuni temi ritenuti strategici a livello regionale (es. Cultura, ricerca e innovazione, lavoro ecc. ecc.) peraltro già affrontati in un’ottica unitaria e sinergica anche in questo ciclo di programmazione.

[1] L’Accordo di partenariato è l’unico documento strategico che ogni Stato membro deve definire in sede di programmazione: nello specifico dovrà indicare quali dei cinque obiettivi strategici intende perseguire, attraverso quali obiettivi specifici e quali fondi a finalità strutturale includerà, poi, tutti e sette i fondi a gestione concorrente: quindi, per l’Italia, oltre al FESR, al FSE+ e al FEAMP, anche il Fondo Asilo e migrazione (AMIF), lo Strumento per la gestione delle frontiere e i visti (BMVI) e il Fondo per la Sicurezza interna (ISF). Inoltre in esso sarà presente anche l’elenco dei programmi, nazionali e/o regionali, che dovranno essere predisposti entro tre mesi dalla presentazione dell’accordo stesso e che potranno essere anche plurifondo.

 

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