Economia Rigenerazione urbana, due progetti per la Napoli del futuro

Rigenerazione urbana, due progetti per la Napoli del futuro

di Orlando Di Marino

Si parla molto di rigenerazione urbana, della capacità che hanno le città di rinnovarsi sotto la spinta di forti investimenti pubblici e privati, adattando i loro spazi abbandonati o sottoutilizzati alle richieste ed alle necessità dei tempi; numerosi gli esempi di interventi significativi nel mondo, caratterizzati dai temi del recupero e della sostenibilità, capaci di ripensare luoghi e funzioni di una infrastruttura strategica quale resta una città.

Questi processi stentano a trovare un innesco nella città partenopea, che resta ferma nella discussione su grandi questioni irrisolte, come il più che ventennale dibattito sulla bonifica e riqualificazione del Quartiere di Bagnoli, o su altre questioni nodali come il centro storico della città che non ha registrato sensibili mutamenti di qualità nemmeno con la occasione degli ingenti finanziamenti europei. È stato ancora una volta, come da anni accade, il tema del potenziamento dei trasporti su ferro a determinare occasioni di rinnovamento della città, grazie alle nuove stazioni della metropolitana che hanno conformato nuove centralità, facendosi esse stesse portatrici di un messaggio di cambiamento affidato a bravi progettisti, con il determinante e singolare ruolo che in esse ha giocato l’arte contemporanea.

Sulla scia del significativo intervento sulla Piazza Garibaldi, segnata dalla foresta di acciaio di Dominique Perrault, che ha ridisegnato l’antica piazza di approdo della ferrovia in città, è l’intervento di riqualificazione urbana dell’intera area dell’ex scalo merci FS di Napoli Centrale, il progetto “Napoli Porta Est” proposto da FS Sistemi Urbani con EAV/Regione Campania. Tre sono gli asset su cui poggia questa proposta: lasciando l’attuale stazione di Porta Capuana come scarico merci, il progetto propone lo spostamento della stazione di testa della Circumvesuviana a Porta Garibaldi, in modo da rendere più agevole per i viaggiatori l’interrelazione tra la Stazione Centrale, la Metro e le linee della Circumvesuviana. Accanto a questa, i progettisti della Gnosis Progetti hanno immaginato la copertura dei binari della Circumvesuviana configurando il “Chilometro verde”, un asse per la mobilità lenta che collegherà Porta Capuana fino ad arrivare alla stazione di Gianturco, creando nuovi spazi di socialità ed incontro; ed infine, la riconfigurazione dell’ingresso del traffico veicolare in città, alleggerendo il carico su via Ferraris, grazie ad un accesso diretto alla Autostrada A3 dalla nuova area di sosta e di stazionamento per gli autobus che verrà realizzata sull’intera area dell’ex scalo merci. Un progetto significativo di rigenerazione urbana, che coniuga nuove interrelazioni infrastrutturali con una rinnovata qualità urbana per l’intero quartiere.

Il Polo universitario della Federico II di San Giovanni è stato uno degli investimenti più importanti nell’area orientale di Napoli, costituendo un felice esempio di rigenerazione urbana, che partendo da un’area industriale dismessa ha dato luogo ad un centro per lo studio e la ricerca capace di intercettare gli investimenti di grandi gruppi privati internazionali, caratterizzandosi al contempo come un buon esempio di utilizzo delle ingenti risorse comunitarie. Partire, ancora una volta da questi vuoti urbani, ripensandoli in nuove ed aggiornate funzioni, e puntare ad un nuovo rapporto con la linea di costa: sono gli elementi su cui poggiare la ripresa di questo parte importante della città di Napoli.

Qui vi sono importanti aree abbandonate, come la ex Corradini, che opportunamente recuperate possono ospitare nuove attività di servizi avanzati, ma soprattutto fornire al quartiere spazi rinnovati per la socialità e gli incontri. Nuove funzioni e nuovi rapporti degli abitanti con il proprio litorale, attraverso una ridefinizione della linea di costa che possa agganciarsi con le esperienze che la vicina città di Portici sta conducendo, creando un esteso waterfront capace di recuperare alla città il rapporto con il mare. Interventi significativi che hanno anche una possibilità fattiva di realizzazione in un tempo medio, con finanziamenti in qualche caso già appostati o che possono trovare spazio nelle pieghe del nuovo ciclo di programmazione dei fondi comunitari e del Recovery Fund. Fare per opporsi al declino: seguendo il mito del dio Proteo che cambiava la sua forma per adeguarsi alle necessità, così le città cambiano il loro aspetto per adeguarsi al futuro.

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