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South working: una multinazionale olandese crea lavoro in un borgo lucano e punta al “progetto Aliano”

di Salvatore Parente

Essere assunti da una grande multinazionale non è cosa da poco. Specie se l’impresa riesce senza abbandonare casa, e se casa tua è un piccolissimo borgo della Lucania semisconosciuto ai più. E invece, quella che sembra quasi una favola, in un mondo del lavoro sempre più precario, chiuso e frammentato, è quanto sta accadendo in questi mesi in Basilicata, più precisamente ad Aliano, in provincia di Matera. Il “progetto Aliano”, così ribattezzato, nasce dalla lungimiranza del Group Chief Executive Officer di Randstad Italia, Marco Ceresa, che ha intravisto in questo caratteristico paesino della Val d’Agri, arrampicato su un colle a 555 metri di altitudine circondato dai celebri calanchi (caratteristici pendii originatisi dall’erosione di rocce argillose e con scarsa copertura vegetale) e noto per aver ospitato Carlo Levi che qui trascorse parte del suo confino nel periodo fascista nel 1935, la possibilità di aprire un piccolo ufficio amministrativo della multinazionale olandese.

Un back office che si occupa di payrolling e contabilità in grado di agevolare l’attività amministrativa dell’azienda ma anche di andare oltre il mero lavoro infrangendo schemi e principi cristallizzati da anni e, forse, non più attuali, superati. Come la pandemia ci ha insegnato, infatti, la qualità del lavoro e la sua stessa esecuzione può non dipendere da un perimetro definito, uno spazio fisico delimitato, da un ufficio o da una città precisa in cui operare. Fenomeni come lo smart working e ancora di più come il South working hanno dimostrato – in special modo nel momento in cui l’emergenza pandemica ha costretto i governi nazionali a misure radicali – come, nel 2020, sia possibile delocalizzare il lavoro (certi tipi di lavoro) senza per questo smarrire efficienza e produttività. Anche in aree diverse e non per forza di cose nelle “solite” zone nevralgiche del Paese.

Bastano forza di volontà, determinazione, giovani ambiziosi ed una rete internet efficace. Tutte caratteristiche presenti nella località lucana che, a partire da febbraio 2021, è stata scelta da Randstad Italia quale primo hub, luogo d’esordio in cui sperimentare la distribuzione, su tutto il territorio nazionale, di uffici della società olandese che, con questi progetti, punta a valorizzare i talenti locali, creare competenze diffuse, generare indotto e ridurre, per quanto possibile, emigrazione, spopolamento e brain drain. Un nuovo tipo di sostegno all’economia di queste realtà che, dal turismo, unica (o quasi) fonte di reddito, possono ambire a diversificare il loro “core business” con la crescita di veri e propri centri di competenza estesi. È la politica dei piccoli passi, che sta consentendo, almeno in fase di kick off, di dare lavoro e sicurezza a due preparati giovani di Aliano, che conta meno di mille abitanti (dati Istat 2019), che ora possono pensare di realizzarsi professionalmente, farlo in una delle più famose multinazionali che si occupano di risorse umane, progettare il loro futuro e, soprattutto, farlo a casa, in provincia di Matera. Sì, in una piccola comunità della Basilicata chiamata Aliano.

 

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