Economia Ambiente Civic-crowdfunding: i ragazzi di Òikos scoprono l’economia del mare

Civic-crowdfunding: i ragazzi di Òikos scoprono l’economia del mare

di Salvatore Parente

Col Programma Blue-Crowdfunding, che coinvolge paesi come Albania, Belgio, Cipro, Croazia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna e Slovenia, la Cooperativa ParteNeapolis ha raccolto i fondi per l’acquisto di un mini-bus grazie al quale ragazzi disabili potranno raggiungere le zone costiere e vivere nuove esperienze legate al mondo marino per l’acquisizione di nuove competenze

Il civic crowdfunding funziona ed è realtà anche in Campania. E più specificamente a Torre del Greco. È la storia, in estrema sintesi, della cooperativa sociale ParteNeapolis (fondata nel 2000 per operare nel settore del turismo sociale) che, nel perimetro del progetto “BLUE CROWDFUNDING” – sotto il più ampio ombrello del programma di Cooperazione Territoriale Europea “INTERREG MED 2014-2020” -, è riuscita a sperimentare, con successo, una soluzione alternativa per finanziare le proprie attività: il crowdfunding di tipo civico. Che si concretizza in una attività di fund-raising volta al perseguimento di uno scopo sociale e quindi in grado di avere una ricaduta su di un territorio ed un impatto su di una comunità. Ed è proprio quello che è successo, e sta accadendo, a questa realtà nostrana.

Selezionata già lo scorso settembre tra le quattro Azioni Pilota di finanziamento dal basso volute dalla Regione Campania (quale una delle autorità regionali appartenenti al consorzio euro-mediterraneo di “INTERREG MED 2014-2020”) su temi ambientali, sociali, educativi e culturali della Blue Economy, la Cooperativa ParteNeapolis, accompagnata in tutte le fasi della campagna (pre, post e di realizzazione del progetto) da un team di esperti della Fondazione IFEL Campania, è riuscita a raggiungere e addirittura a superare il target stabilito per promuovere e dare concretezza al suo progetto BlueBus – Il mare al centro.

Un progetto pensato per i ragazzi del centro polifunzionale Òikos di Torre del Greco, sede di accoglienza di persone con disabilità autonome e semi-autonome, che ha come scopo quello di raggiungere, attraverso l’utilizzo di un mini-bus, le zone costiere del territorio per far vivere a questi ragazzi nuove ed incredibili esperienze legate al mondo marino. Di qui la campagna, “all or nothing” (ovvero tutto o niente, in cui o si raggiunge la quota stabilita o si restituisce tutto ai donor) per cercare di racimolare il denaro sufficiente, 15mila euro, per acquistare un mini-bus attrezzato al servizio dei ragazzi del centro gestito da ParteNeapolis. Ebbene, questa sfida, con tanto di rewards, premi e gadget per i donatori, è stata stravinta dai ragazzi della cooperativa napoletana che, ora, sono in attesa di trovare il mezzo giusto per partire e realizzare questo piccolo sogno. Un sogno, una avventura che ci racconta, nel dettaglio, la Dott.ssa Anna Trocciola referente del progetto “Blue Bus” e socia della cooperativa.

Dott.ssa Trocciola una prima volta assoluta nel campo del civic crowdfunding, che esperienza è stata e come vi ha aiutato a crescere come Cooperativa Sociale?

«Questa prima esperienza nel campo del civic crowdfunding, che ci ha visti impegnati nei mesi da novembre 2021 a gennaio 2022, è stata di grande crescita per chi vi ha preso parte. Ci ha permesso di aggiungere e rafforzare nuove skills per la Cooperativa, riuscendo ad affinare le nostre competenze relazionali. È risultato fondamentale il lavoro in team, già sperimentato per le altre attività della Cooperativa, ma imprescindibile per la buona riuscita di questa campagna. Un grande apporto è stato dato dai giovani volontari del Servizio Civile di cui siamo ente di accoglienza, in particolare Valentina, Silvana, Salvatore e Armando, che hanno accolto con entusiasmo questa opportunità. L’attività proposta è stata, inoltre, occasione per avvicinarci maggiormente ai bisogni dei ragazzi del centro polifunzionale per disabili Òikos e di connettere sempre più la loro realtà al territorio».

Qual è stata secondo voi la mossa vincente che vi ha permesso di agganciare i contributor e raggiungere anche più della quota prefissata?

«Sin dall’inizio della campagna abbiamo investito su noi stessi, promuovendola tra familiari e conoscenti, e sul network di relazioni ampio e consolidato della cooperativa. Abbiamo poi promosso degli eventi ad hoc che avessero come scopo la promozione della campagna e la raccolta fisica di fondi, come ad esempio l’evento promozionale presso il centro che ha visto coinvolte le famiglie dei ragazzi, o anche una lotteria solidale durante un evento privato nel periodo natalizio. Infine, siamo riusciti a raggiungere la quota, e superarla, grazie alla Comunità di San Vincenzo Romano e alla Banca di Credito Popolare di Torre del Greco che hanno preso il progetto e ci hanno aiutati in questa impresa».

Come avete immaginato il sistema di rewards?

«Abbiamo sperimentato una forma mista tramite attività donation-based, dal vivo e online, e un sistema basato sulle ricompense, da considerare anche come collaborazioni, esperienze creative o oggetti ricordo dell’esperienza. In seguito all’acquisto del BlueBus per i ragazzi di Òikos, si terrà al Centro un evento conclusivo e di ringraziamento, al quale saranno invitati tutti i donatori coinvolti nella campagna di crowdfunding e i suoi sostenitori, che avranno così modo di conoscere i ragazzi di persona, vederli all’opera e ritirare gli oggetti da loro realizzati con il sostegno di maestri d’arte».

Quali difficoltà avete incontrato nel corso di questa avventura e in che modo IFEL Campania è stata in grado di aiutarvi a superare questi “scogli”?

«Essendo alla prima esperienza con progetti di crowdfunding, non eravamo a conoscenza delle good practice da seguire e sin dalla fase iniziale siamo stati supportati da IFEL Campania, che ci ha permesso di riuscire a raggiungere e superare la quota definita per la copertura del progetto consigliandoci l’approccio corretto da utilizzare per le varie tipologie di sostenitori. Fornendoci un supporto costante anche in termini di comunicazione, ci hanno notevolmente aiutati nella promozione della campagna attraverso strategie ad hoc e canali internazionali».

È una pratica che ripeterete anche in futuro? Se sì utilizzando le stesse modalità acquisite questa prima volta?

«Sicuramente è una pratica che riutilizzeremo – conclude la Dott.ssa Trocciola – per finanziare altri progetti: in primis nel campo del restauro e della valorizzazione del patrimonio, in quanto la cooperativa è coinvolta in prima persona come ente gestore del Complesso di Sant’Anna dei Lombardi, bene museale nel centro storico di Napoli. Creare una rete continua sulla diffusione del dono significa mettere le persone al centro per promuovere un bene comune, creare una rete solida che serva a promuovere la cultura e a restituire esperienze reali e sostenibili, attraverso le quali entrare davvero in contatto con il territorio. Seguiremo quindi al principio le stesse modalità, che coinvolgano i donatori in prima persona e che si adattino, però, al progetto di riferimento e dunque alle situazioni e possibili problematiche che potrebbero riscontrarsi».

 

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