Economia E se Francesco stesse facendo davvero ritorno?

E se Francesco stesse facendo davvero ritorno?

di Salvatore Maria Pisacane

Una rivoluzionaria proposta di fraternità nella costruzione di nuovi paradigmi economici e sociali

Non meno di quarant’anni fa, all’inizio degli anni Ottanta, il celebre critico letterario Carlo Bo avrebbe lasciato ai posteri, in un saggio di straordinaria efficacia intitolato “Se tornasse San Francesco[1], la provocazione della riattualizzazione del messaggio, o, meglio, dell’esempio di vita, del Poverello di Assisi. Ad onor del vero anche altri, prima di lui, altrettanto autorevolmente, si sarebbero spinti a considerazioni di questo tipo: «Il metodo perugino, quello adoperato da S. Francesco d’Assisi, fra tanto contrasto di classi, di partiti, di interessi, sarà sempre il più fecondo!»[2], sosteneva a gran voce, durante una delle sue lezioni perugine di fine XIX secolo, l’economista e statista italiano Luigi Luzzatti, invocando il ritorno del Santo d’Assisi come antidoto alla crisi sociale ed economica del suo tempo.

Provocazioni belle e buone, queste, a cui in pochissimi – probabilmente solo i frati francescani o i più devoti tra i cattolici – avrebbero potuto, a quel tempo, seriamente prestare ascolto: chi avrebbe mai immaginato che un giorno, proprio nella società contemporanea, quella dominata dall’individualismo egoista, da un «antistorico e aggressivo narcisismo»[3], dalla competizione per il potere ed il profitto, in preda agli affanni del consumismo liquido[4], alla lotta per la supremazia in campo economico, politico e sociale, potesse trovare spazio l’esperienza del «Santo che della Povertà aveva fatto la sua regola e la sua vita» senza che tutto ciò potesse essere considerato una «imperdonabile debolezza» o una «grave e pericolosa ingenuità»[5]?

Certamente, è innegabile come, da più di qualche tempo, una gravissima crisi socioeconomica, fatta di insanabili disparità di reddito, rilevate non più e non solo tra i differenti Paesi nel mondo ma, altrettanto drammaticamente, tra fasce sociali all’interno dello stesso Paese, abbia aperto una faglia, piuttosto profonda, sull’odierno capitalismo, inducendo a riflettere sul superamento di quel post-capitalismo e globalismo di matrice neoliberista che, per troppo tempo, ha inseguito solo ed esclusivamente il profitto, intendendo giustificare le disuguaglianze nella convinzione che esse costituissero condizioni fisiologiche assolutamente compensabili con la possibilità di godimento, per ogni individuo, delle medesime regole di competizione e delle stesse opportunità offerte dal mercato, nonché di un’eguale libertà di disporre delle proprie energie fisiche e mentali «e quindi delle cose che guadagna, possiede e scambia»[6]. Indubbiamente, tale modello, ispirato alla dottrina dell’individualismo economico, ha garantito decenni di progresso tecnologico ed arricchimento dei popoli, ma ha contribuito, oggi come oggi, ad una disuguaglianza così stridente ed insopportabile da esser divenuto davvero difficile accettarne il protrarsi di qualsiasi atteggiamento giustificativo; per non parlare, poi, dello sconsiderato sfruttamento di risorse naturali esauribili a cui hanno contribuito imprenditori ed economisti attenti solo a massimizzare la produzione e l’accumulo di capitali. Gli studiosi hanno rilevato come, nel passaggio dall’era geologica dell’Olocene all’Antropocene, in particolare negli ultimi 200 anni, si siano registrati più danni ambientali di quanti se ne siano consumati nei diecimila anni precedenti[7].

In questo drammatico quadro di insostenibilità sociale, degrado ecologico, profonda crisi climatica, una rivoluzionaria proposta di ristrutturazione dei modelli socioeconomici è stata avanzata, proprio a partire da quel fatidico 13 marzo 2013, in cui Jorge Mario Bergoglio decise di adottare, in qualità di Papa neoeletto, il nome di Francesco. Da quel momento è iniziato un pontificato che avrebbe evocato autenticamente il carisma di Francesco d’Assisi, un esempio di attenzione ai poveri, agli ultimi, agli emarginati, di salvaguardia e amore per il Creato.

È stata gradualmente tracciata una rotta per un futuro in cui il valore della fraternità venga posto al centro di un nuovo paradigma, nel pieno convincimento che, quando una società riesce a farsi davvero «umana e fraterna», allora è possibile industriarsi affinché tutti, con efficienza e stabilità, vengano «accompagnati nel percorso della loro vita, non solo per provvedere ai bisogni primari, ma perché possano dare il meglio di sé, anche se il loro rendimento non sarà il migliore, anche se andranno lentamente, anche se la loro efficienza sarà poco rilevante»[8]. Papa Francesco, attraverso le Encicliche “Laudato si’” e “Fratelli Tutti”, è riuscito ad attualizzare il messaggio francescano per tentare di proporre una soluzione alle urgenze contemporanee, andando ben oltre gli steccati confessionali, l’anelito di esclusiva adesione da parte dei cattolici o, al più, dei cristiani, bensì allargando la Sua iniziativa al mondo intero, ivi inclusi i non credenti.

Intorno al tema della cura della casa comune, in particolar modo, si sono aggregate molteplici sensibilità, chiamate a promuovere un cambiamento radicale negli stili di vita in modo tale da influenzare i detentori del potere economico e politico: lo sforzo di fraternità consisterebbe proprio nell’imparare ad arginare sé stessi per evitare di continuare ad arrecare danni agli altri ed a tutto ciò che ci circonda, a superare l’isolamento delle coscienze e l’autoreferenzialità per aprirsi concretamente alla «cura per gli altri e per l’ambiente», facendo «scaturire la reazione morale di considerare l’impatto provocato da ogni azione e da ogni decisione personale al di fuori di sé»[9]. Così, sull’onda lunga delle intenzioni bergogliane nell’era del capitalismo globalista, sono sorte mirabili iniziative atte a rivoluzionare gli assetti economici e politici contemporanei. Si pensi ad esempio, ad “Economy of Francesco”, la sfida di Papa Francesco, lanciata nel marzo 2020 e prossima alla quarta edizione, di convocare migliaia di giovani imprenditori, ricercatori, economisti, changemakers (tutti under 35) ad Assisi per siglare un “patto” proprio per tentare di «cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani», per proporre una «economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del Creato e non lo depreda»[10]; si è trattato di un successo tale da sensibilizzare le coscienze ben oltre i confini nazionali e confessionali: non è casuale che, in questi anni, abbiano raggiunto Assisi, ispirati dalla lezione di San Francesco sull’ecologia integrale e sulla fraternità, decine e decine di ospiti di fama internazionale come Muhammad Yunus, Amartya Sen, Bruno Frey, Vandana Shiva, Tony Meloto, Jeffrey Sachs, Carlo Petrini, Kate Raworth, Stefano Zamagni[11]. Non va tralasciato, altresì, lo straordinario impatto rivestito dal “Manifesto di Assisi”, l’iniziativa sull’affermazione di una «economia a misura d’uomo contro la pandemia e la crisi climatica» che, ispirata ai valori dell’Enciclica “Laudato si’”, ha aggregato migliaia di firmatari, provenienti dal mondo delle istituzioni, della politica, della cultura, dell’impresa e della società civile per contribuire a costruire un’economia rinnovata, sostenibile e circolare ed «un mondo più sicuro, civile, gentile»[12].

Tuttavia, il processo in atto, di inculturazione dei valori dell’umanesimo francescano, ha involto anche la formazione dei giovani attraverso il progetto “Percorsi Assisi”, la scuola di alta formazione interuniversitaria che, su impulso della Fondazione per la Basilica di San Francesco di Assisi e di prestigiosi atenei italiani, forma, a partire dal 2019, ogni anno, proprio in Assisi, centinaia di giovani studenti e studiosi ad un’idea di fraternità e solidarietà universale, al superamento del «dominio dell’autoreferenzialità», alla scoperta ed all’apprezzamento dell’altro, del Creato, della cultura e della diversità, anche lì dove si suole negarli o sfigurarli, alla promozione della pace e del bene comune[13].

Si sta evidentemente radicando la consapevolezza che il cambiamento debba passare attraverso una graduale e robusta costruzione culturale e nulla, nemmeno il valore della fraternità, come fondamento di un nuovo paradigma antropologico, possa ritenersi biologicamente acquisito o innato. Conscia di tutto ciò, la Fondazione Vaticana “Fratelli Tutti”, guidata dal Vicario di Sua Santità per la Città del Vaticano, Card. Mauro Gambetti, lo scorso 10 giugno, a Piazza San Pietro, ha promosso il “World Meeting on Human Fraternity[14], un evento internazionale a cui hanno inteso prendere parte oltre 30 premi Nobel per la Pace, istituzioni, associazioni, changemakers impegnati sui problemi ambientali e socioeconomici per promuovere una Carta mondiale della fraternità umana a cui ci si possa ispirare nell’edificare la società del domani.

Più di un’evidenza della fraternitas francescana, insinuatasi al giorno d’oggi in contesti morali ed etici differenti, con un insperato ed innegabile successo, sembrerebbe preludere al celebre vaticinio: Francesco si è messo in cammino e sta facendo davvero ritorno!

[1] C. BO, Se tornasse San Francesco, Castelvecchi, Roma

[2] L. LUZZATTI, Le odierne controversie economiche e le loro attinenze con la protezione e col socialismo, Loescher, Roma, 1894, ora in G. TONIOLO, Trattato di economia sociale e scritti economici II, pref. a cura di F. Vito, Comitato opera omnia di G. Toniolo, Città del Vaticano, 1949, pp. 446-447.

[3] A. PUNZI, Diritto Certezza Sicurezza, Giappichelli, Torino, 2017, p. 127.

[4] Cfr. Z. BAUMAN, Consumo, dunque sono, Laterza, Roma-Bari, 2015.

[5]A. FORTINI, Attualità del francescanesimo in G. PAPINI, A. FORTINI, P. BARGELLINI, N. SALVANESCHI, M. U. BELLINI, Universalità del francescanesimo, Istituto Serafico, Assisi-Roma, 1950, pp. 25-26.

[6] N. URBINATI, Disuguaglianza, in «Iride», 1, 2016, il Mulino, pp. 20-21.

[7] G. M. FLICK, M. FLICK, Persona ambiente profitto. Quale futuro?, Baldini Castoldi, Milano, 2021, p. 38.

[8] PAPA FRANCESCO, Fratelli tutti. Lettera enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano, 2020, pp. 83- 85.

[9] PAPA FRANCESCO, Laudato si’. Enciclica sulla cura della casa comune, San Paolo, Milano, 2015, pp. 181-183.

[10] Cfr. “Lettera del Santo Padre Francesco per l’evento Economy of Francesco”, disponibile su: www.vatican.va

[11] F. ANTONIOLI, Meno è di più. Le Regole monastiche di Francesco e Benedetto per ridare anima all’economia, alla finanza, all’impresa e al lavoro, Edizioni Terra santa, Milano, 2020, pp. 30-31

[12] Si veda il “Manifesto di Assisi”, disponibile su: https://www.symbola.net/manifesto/.

[13] Si veda: www.percorsiassisi.it

[14] www.fondazionefratellitutti.org/notalone/

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