Pubblica amministrazione Enti Locali Partecipate comunali, da IFEL nuovo focus sulla Campania

Partecipate comunali, da IFEL nuovo focus sulla Campania

di Salvatore Parente

Duecentotré partecipate, di cui 174 attive, ovvero il 4,4% sul totale nazionale (che conta 4.313 partecipate), 2.207 partecipazioni (sulle 91.966 nazionali), di cui il 49,5% “dirette” e con una diffusione delle forme giuridiche rivolte con maggiore intensità alle società di capitali: con le Srl (40,2%) e le Spa (31,6%) a dominare la scena su società consortili (24,1%). E poi 7.685 dipendenti, per un costo medio di 6 milioni di euro annui, 137 dipendenti per partecipata ed una produzione di beni e servizi che ammonta a 825 milioni di euro. Sono solo alcuni dei numeri descritti dal rapporto Lo stato delle partecipate comunali in Campania, realizzato dal gruppo di lavoro IFEL – Fondazione ANCI e IFEL Campania che, con i dati CERVED PA del 2018 relativi agli ultimi bilanci approvati e disponibili, ha prodotto un volume ricchissimo di spunti e analisi, un testo organico nel quale trovare lo stato dell’arte di questo articolato mosaico rispetto agli andamenti ed alle tendenze nazionali da cui trarre interessanti spunti di riflessione.

*Sulla base del database CERVED PA, delle 203 partecipate per le quali sono presenti le quote di partecipazione dei comuni della regione Campania, 174 sono attive.

Fonte: elaborazioni IFEL su dati CERVED PA, 2018

Numero di partecipate/partecipazioni e settori economici – Come il numero delle partecipate comunali in Campania e i loro principali settori economici. Secondo i dati CERVED PA 2018 – alla base del report – le partecipate comunali in Campania sono 203, di cui 174 attive (Tabella 1), a fronte delle 4.313 totali presenti in Italia. Numero di partecipate che però crescono notevolmente se si considerano anche le partecipazioni, ovvero il numero dei “rapporti” (diretti, indiretti e misti) che un Comune ha con le sue partecipate. In base ai dati raccolti e sintetizzati nel volume, nel 2018, 501 Comuni campani (su 550) detengono partecipazioni dirette o indirette in 212 organismi partecipati, di cui 9 fra Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Puglia e Sicilia. Il numero totale di partecipazioni nei 212 organismi da parte di tutti i Comuni si rivela essere di 3.145 unità, che si riducono a 2.207 se si considerano le sole partecipazioni detenute dai Comuni campani. Conteggiando una sola volta le partecipazioni multiple dei Comuni campani all’interno dello stesso organismo, invece, il numero totale delle partecipazioni comunali scende da 2.207 a 2.032, di cui 1.682 riferibili a società localizzate nella regione Campania, mentre 350 in società localizzate al di fuori del territorio regionale.

Fonte: elaborazioni IFEL su dati CERVED PA, 2018

A monte, come già detto, vi sono 174 partecipate attive che, in base ai codici ATECO delle attività, rivelano i loro specifici campi d’azione. Quasi un terzo, in Campania, gestiscono funzioni di consulenza (22, che si dedicano ad aspetti amministrativo-gestionali, pianificazione aziendale), raccolta di rifiuti solidi non pericolosi (18) e trattamento e fornitura di acqua (14). Mentre le restanti 120, spaziano su servizi che vanno dalla gestione di parcheggi e autorimesse (6) alla gestione di farmacie comunali (10), dal trasporto terrestre di passeggeri (5) ad attività di servizi connessi al trasporto marittimo e per vie d’acqua (5) rivelando – dunque – una certa varietà in termini di “affiancamento” agli enti locali. Con l’erogazione di beni e servizi che si situano fra i cosiddetti “servizi di interesse generale” (54 partecipate in Campania), i “servizi di interesse economico generale” (55), quelli “strumentali” (56) o di altra natura (9) (Tabella 3).

Fonte: elaborazioni IFEL su dati CERVED PA, 2018

Partecipazioni dirette, indirette e miste – Le partecipazioni dei Comuni possono essere sia dirette che indirette. Nel primo caso, le quote di partecipazione sono detenute direttamente dal Comune, nel secondo, mediante uno o più soggetti partecipati. A livello nazionale le partecipazioni comunali dirette in enti o società sono il 40% del totale (36.817), e sono particolarmente diffuse nei Comuni del Sud e delle Isole. In Campania, le partecipazioni dirette negli organismi rappresentano il 49,5% (a fronte del 18,5% del Nord, del 14,1% del Centro e del 52,1% di Sud e Isole) circa delle partecipazioni complessive. Mentre le partecipazioni indirette e quelle miste si assestano rispettivamente sul 34,7 (a dispetto del 39,1% del Nord, del 32,5% del Centro e del 27,5% di Sud e Isole) ed il 15,8% (a fronte del 42,4% del Nord, del 53,4% del Centro e del 20,4% di Sud e Isole) (Grafico 6). Nello specifico, ben 485 amministrazioni comunali campane su 501 sono in grado di partecipare direttamente ad organismi o società. Circostanza che tende a diminuire con l’aumento della popolazione del Comune: più cittadini residenti, meno controllo diretto nelle partecipate da parte degli enti locali. Con oscillazioni di partecipazioni dirette che vanno dal 52,5% nei comuni fino a 5mila abitanti al 36,1% nei comuni fra i 60mila ed i 100mila abitanti (Grafico 8).

Fonte: elaborazioni IFEL su dati CERVED PA, 2018

Per le altre forme di controllo e gestione, la partecipazione indiretta, resta in linea con la media nazionale, e si rivela ben più alta dell’intero Meridione, con 319 amministrazioni che partecipano indirettamente (partecipazioni indirette di I livello) ad organismi e società mentre le partecipazioni miste – con 160 enti territoriali che sfruttano questa tipologia di gestione – per un totale del 15,8%, si rivelano decisamente al di sotto dei trend nazionali (38,8%) e ben cinque punti in meno rispetto anche al contesto del Sud Italia (20,4%). (Grafico 6)

Fonte: elaborazioni IFEL su dati CERVED PA, 2018

La natura giuridica e le tipologie di controllo delle partecipate campane – Gli organismi partecipati – come da Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica – sono dotati di personalità giuridica e possono essere distinti in: società di capitali (a responsabilità limitata o per azioni), aziende speciali, istituzioni, fondazioni, consorzi e altre diverse ma più rare forme strutturali. Il maggior numero delle partecipate campane è costituito dalle diverse forme di società di capitale: società a responsabilità limitata per il 40,2%, dalle società per azioni per il 31,6% e dalle società consortili per il 24,1% (Tabella 5).

Nelle 174 partecipate campane attive analizzate compaiono sia enti a controllo pubblico, esercitato da uno o più enti, sia a controllo privato (Grafico 5). In particolare, il 46,6% degli enti e delle società partecipate sono controllate da un solo ente pubblico, poco più di un terzo (35,6%) è a controllo privato, mentre meno di un quinto (17,8%) degli organismi analizzati è controllato da più di un ente pubblico. Si tratta di una distribuzione alquanto differente da quella rilevata a livello nazionale, dove mediamente, il 43,6% degli organismi partecipati è controllato da un soggetto privato, mentre il controllo da parte di più enti pubblici è esercitato nel 23% degli organismi.

Fonte: elaborazioni IFEL su dati CERVED PA, 2018

Analisi dei comuni campani – A livello nazionale, inoltre, sono 7.640 i Comuni che detengono almeno una partecipazione, ovvero il 95,5% delle realtà comunali italiane, con valori prossimi al 100% per Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Umbria e Sicilia. In Campania, invece, sono 501 su 550 le realtà comunali che possiedono partecipazioni, ossia il 91% dell’universo territoriale, dato inferiore sia al dato medio nazionale (95,5%), che al dato rilevato per le restanti regioni del Mezzogiorno (94,6%). L’analisi della distribuzione delle quote di partecipazione detenute dai Comuni campani evidenzia che il 28,7% detiene partecipazioni infinitesimali, ossia inferiori allo 0,001% del capitale, dato ampiamente inferiore al valore medio nazionale (49,9%). Si oppone la percentuale di Comuni con partecipazioni di controllo: in Campania sono 56, l’11,2% dell’universo regionale, valore superiore al 9,8% medio nazionale. Il dato campano è anche molto superiore ai corrispondenti valori registrati dalle restanti regioni del Mezzogiorno, dove, con la sola esclusione della Puglia, la presenza di Comuni con quote di controllo è inferiore al 9%. In Campania, infine, 45 Comuni detengono il 100% del capitale di organismi partecipati. (Tabella 8).

Fonte: elaborazioni IFEL su dati CERVED PA, 2018

Dipendenti delle partecipate campane – I dipendenti delle partecipate comunali localizzate in Campania sono 7.685, il 5% del dato nazionale e il 26% dei dipendenti nelle partecipate comunali del Mezzogiorno. Il costo complessivo annuo di tale personale ammonta a 357 milioni di euro che in media fanno 6 milioni di euro per organismo partecipato e poco meno di 44 mila euro per dipendente. Da sottolineare però che se il dato medio campano per organismo è superiore al dato medio nazionale (6 milioni di euro vs 4,7 milioni di euro), non così per il dato medio per dipendente, inferiore al dato nazionale (43,8 mila euro vs 47,7 mila euro). Tale situazione scaturisce dal maggior numero medio di dipendenti per partecipata campana rispetto al dato nazionale (137 vs 100). Rispetto alle altre regioni italiane, il dato medio campano si colloca in una posizione particolare: con un costo per dipendente più basso rispetto alle realtà del centro-nord Italia, ma tra i più elevati tra le regioni meridionali. (Tabella 5).

Fonte: elaborazioni IFEL su dati CERVED PA, 2018

Eppure, malgrado un risultato d’esercizio negativo di 6 milioni di euro, in controtendenza rispetto al dato nazionale (+1,7 miliardi di euro), il valore dei beni e servizi prodotti ammonta, complessivamente, a 825 milioni di euro (il 2% del totale nazionale), a fronte di un valore medio per singolo organismo partecipato di circa 7,6 milioni di euro. Insomma, Lo stato delle partecipate comunali in Campania, con ancora molte altre analisi, da quelle sullo stato economico patrimoniale delle partecipate comunali al caso dei servizi a rete – in cui si concentra poco più di un quarto (27%) del totale delle partecipate comunali – fino alla governance degli organismi partecipati dai comuni ai piani di razionalizzazione, offre numerose chiavi di lettura di un fenomeno davvero molto articolato e comunque di raro interesse non solo per gli addetti ai lavori ma anche per i cittadini e la collettività fruitori finali di molti servizi offerti da queste particolari società.

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