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Rigenerazione urbana – A Bari la terza edizione del Festival delle buone pratiche Urbact

Dall’8 al 10 settembre scorso oltre 20 città italiane hanno presentato le migliori esperienze urbane. L’evento, organizzato da Anci, ha fatto il punto nazionale del programma europeo sullo sviluppo urbano sostenibile

La terza edizione del Festival delle Buone Pratiche URBACT ha posto al centro le soluzioni e i risultati sviluppati nell’ambito delle reti di trasferimento del principale programma europeo sullo sviluppo urbano sostenibile. Protagoniste sono state le città con i loro racconti e la loro condivisione delle esperienze migliori attraverso le voci degli attori principali come esperti, funzionari pubblici, architetti e cittadini attivi. Al centro, il dibattito sul futuro delle città con temi e approcci innovativi che stanno emergendo nell’ambito del programma e costituiscono la base per la definizione di una politica urbana nazionale dal basso, nonché della nuova programmazione 2021-2027.

Attraverso sessioni svolte in luoghi simbolo della città ospitante, Bari, e dei suoi percorsi di rigenerazione urbana, si è discusso del rilancio delle città, soprattutto nel periodo post pandemico che verrà, passando attraverso la capacità di fare rete e di riutilizzare soluzioni testate da altre città sia italiane che europee.

Di rigenerazione urbana nel riuso degli spazi pubblici si è discusso con le città di Torino e la città metropolitana di Bologna. Il progetto realizzato dalla città di Torino Urban Lab, partner del network ALT/BAU coordinato dalla città di Chemnitz è focalizzato sulla mappatura ed il riuso di spazi abbandonati o dismessi nei centri storici per la creazione di nuove opportunità di housing e sviluppo urbano. Sempre di riuso degli spazi si è discusso anche con la Città Metropolitana di Bologna, partner del network Urban Regeneration Mix guidato dalla città polacca di Lodz, che ha lavorato sull’identificazione e l’attuazione di uno schema innovativo per ridare vita a quartieri ed aree urbane a rischio-degrado attraverso la collaborazione attiva degli abitanti e dei soggetti dinamici del territorio.

Al centro invece del dibattito su innovazione e competitività economica sono state presentate le esperienze dei comuni di Parma, Salerno e Sassari. Parma, nell’ambito del network Welcoming International Talent, ha potenziato l’attrattività della città attraverso una strategia integrata che ha coinvolto studenti ed expat con l’obiettivo di attrarre giovani talenti sul territorio nel medio-lungo periodo, mentre il progetto che ha riguardato la città di Salerno, Network BluAct, ha visto il potenziamento della crescita numerica ed il consolidamento di start-up legate in particolare all’economia del mare attraverso una competizione che ha coinvolto giovani e studenti del territorio, università e soggetti dinamici della città. Diverso l’esempio di Sassari, partner del Network Card4All, che ha lavorato sull’utilizzo delle nuove tecnologie e dell’approccio partecipativo per offrire ai cittadini servizi pubblici innovativi attraverso card e app digitali accessibili per tutte le diverse categorie di residenti.

Di governance ed innovazione pubblica si è discusso con le città di Bari e nuovamente Torino con un altro progetto. Bari, città partner del network Com.Unity.Lab coordinato da Lisbona, è stata impegnata nella definizione di una strategia urbana per contrastare la povertà e favorire l’inclusione delle fasce più deboli in azioni collaborative che mitigano l’esclusione sociale, economica, ambientale. Un esempio virtuoso nuovamente è arrivato da Torino, città capofila del network InnovatoR, basato sulla promozione di nuove forme di innovazione sociale attraverso il coinvolgimento dei dipendenti comunali in competizioni interne che hanno fatto emergere idee e proposte messe in pratica dai dipendenti. L’obiettivo raggiunto è stato quello di migliorare le modalità di design e di erogazione dei servizi comunali a favore dei cittadini.

Le esperienze dei comuni sono state al centro del dibattito della giornata conclusiva. Nei tre distinti panel si è discusso di temi come ambiente, partecipazione civica e inclusione sociale. L’esperienza di Cesena, partner del network BeePathNet coordinato da Lubiana, ha puntato su un’azione di sistema sul tema dell’apicoltura urbana e sulla tutela delle api come indicatore di sostenibilità del territorio mentre invece l’esperienza di Rosignano Marittimo, che ha partecipato come partner al Network BioCanteens guidato dal comune francese di Mouans-Sartoux, ha focalizzato la sua azione sull’utilizzo di prodotti a chilometro zero nelle mense scolastiche locali.

Di partecipazione civica e associazionismo hanno invece discusso i comuni di Forlì e Capizzi. La città di Forlì, nell’ambito del Network Come in!, ha trasferito la buona pratica di Budapest sulla valorizzazione di case ed edifici storici capaci di favorire la mobilitazione dei cittadini e promuovere un nuovo spirito di comunità attraverso il recupero del patrimonio storico e architettonico. L’esperienza della città di Capizzi, partner del Network Volunteering Cities guidato da Athienou, ha puntato sul rafforzamento delle sinergie con il mondo del volontariato, dell’associazionismo locale e del Terzo Settore attivando una serie di relazioni sul territorio decisive per favorire la coesione sociale.

In chiusura dei lavori le esperienze di Messina, Adelfia e Udine su politiche di inclusione sociale e integrazione. Messina, partner del Network Rumourless Cities guidato da Amadora, ha focalizzato la sua azione sullo sviluppo di una strategia volta a favore l’inclusione e l’integrazione, combattendo stereotipi e pregiudizi a partire dal coinvolgimento degli studenti e dei ragazzi del territorio. Adelfia invece, che ha partecipato al Network ONSTAGE coordinato da L’Hospitalet, ha lavorato sulla promozione della musica come veicolo di integrazione sociale sul territorio attraverso la valorizzazione delle orchestre giovanili. Diversa l’esperienza del comune di Udine, capofila del Network The Playful Paradigm, che ha trasferito il suo modello di promozione del gioco come strumento per la rigenerazione urbana, la salute pubblica e la coesione tra diverse generazioni puntando su una serie di azioni itineranti e negli spazi pubblici della città.

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