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Invitalia: “Collaboriamo con i Comuni per accelerare gli investimenti pubblici e modernizzare il Paese”

di Roberta Mazzeo

 

Il decreto Aiuti quater, in vigore da novembre scorso, introduce novità anche nell’ambito delle opere finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale complementare (Pnc). Ai fini dell’attuazione e dell’accelerazione della realizzazione degli interventi cruciale è il ruolo assegnato ad Invitalia che, insieme ad Anci, ha avviato un’azione di supporto a favore dei Comuni.

Quale è la modalità di collaborazione tra Invitalia e Comuni e quali i criteri operativi di intervento degli strumenti messi in atto? Ce ne parla Giovanni Portaluri, Responsabile Investimenti Pubblici di Invitalia.

Invitalia da tempo collabora con i Comuni al fine di attuare e accelerare gli investimenti pubblici di particolare complessità e per rafforzare la capacità amministrativa sui territori. Quali gli interventi messi in campo per supportare i Comuni, in particolare i piccoli e medi, per agevolare l’attuazione del PNRR e per attivare gli interventi di investimento dei fondi messi a disposizione?

«La collaborazione è attiva da diversi anni, nel novembre 2021 Invitalia e Anci hanno sottoscritto un nuovo accordo con l’obiettivo di sostenere la realizzazione degli interventi finanziati dal PNRR a beneficio dei Comuni. Questo accordo è connesso al ruolo assegnato ad Invitalia nell’ambito del PNRR. Infatti, l’articolo 10 del decreto legge n. 77 del 2021 relativo alla governance, ha definito le attività di supporto tecnico operativo che Invitalia può rendere disponibili ai soggetti attuatori per la definizione, l’avvio e l’accelerazione degli interventi previsti dal PNRR. La Convenzione con il MEF – in attuazione dell’articolo 10 – e l’Accordo con Anci, sono il contesto nell’ambito del quale è stato possibile avviare il supporto tecnico operativo ai Comuni, con particolare riferimento alle attività svolte da Invitalia quale Centrale di Committenza».

Intervenendo all’Assemblea annuale di ANCI l’amministratore delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella, ha dichiarato che avete implementato un meccanismo molto flessibile di ingaggio per quanto riguarda la progettazione, l’attivazione e l’implementazione degli investimenti pubblici attraverso accordi quadro in modo da consentire flessibilità e rapidità di azione verso gli operatori economici. Ad oggi quali sono stati i risultati e quali le difficoltà su cui lavorare?

«Nel confronto con il Governo siamo stati sollecitati ad individuare, di intesa con Anci, iniziative e procedure flessibili che consentissero di attivare il maggior numero di interventi a favore dei Comuni interessati, nel minor tempo possibile. Nell’ambito del PNRR le procedure di affidamento devono contemplare tutte le priorità e i principi previsti dal Piano: un’oggettiva difficoltà per molti Comuni considerando la ristrettezza dei tempi e la complessità della materia. Si pensi, per esempio, al DNSH (“Do No Significant Harm” principio relativo alla protezione dell’ambiente ndr) e alle questioni relative alla parità di genere e generazionale. In attuazione, quindi, di quanto previsto sempre dall’articolo 10, comma 6-quater, che promuove la definizione di procedure aggregate e flessibili da parte di Invitalia, a favore dei Comuni, abbiamo attivato le procedure di affidamento per accordi quadro. Tali procedure prevedono l’affidamento in unica soluzione di contratti per servizi di progettazione, di verifica dei progetti, di collaudo e anche di lavori, soluzioni in coerenza con i fabbisogni espressi dai Comuni. La grande novità introdotta dal MEF è stata che i Comuni che aderiscono a queste procedure non sopportano oneri e non devono affrontare la questione dell’adeguamento ai principi contenuti nel PNRR. Siamo partiti dal programma PINQUA, per la qualità dell’abitare, interventi assimilabili a quelli di rigenerazione urbana, promossi dal Ministero delle infrastrutture, un’esperienza estremamente positiva di collaborazione con i Comuni che ha reso accessibili e comprensibili procedure complesse ai responsabili dei procedimenti degli enti locali.

Abbiamo avuto un riscontro straordinario con 68 Comuni che hanno aderito per un totale di 261 interventi e un valore complessivo di oltre 1,2 miliardi di euro. Analoga iniziativa abbiamo ripetuto per i PUI, Piani urbani integrati, del Ministero dell’Interno, a cui hanno aderito 13 città metropolitane, coinvolgendo 160 Comuni, per circa 399 interventi e un valore complessivo di circa 1,8 miliardi di euro».

Ingenti fondi sono stati stanziati per raggiungere obiettivi in tema di Smart cities, sostenibilità energetica dei Comuni, infrastrutture e servizi di connettività avanzati per superare il digital divide che vedono impegnate Invitalia insieme alla sua controllata Infratel. Individuare i progetti, realizzarli e rispettare i tempi di aggiudicazione dei lavori, monitoraggio e valutazione di impatto e collaudo finale. Un compito arduo soprattutto per i Comuni di dimensioni più piccole, non crede?

«I piccoli Comuni saranno coinvolti nella nuova avventura che stiamo facendo partire proprio in queste ore per l’edilizia scolastica, asili e scuole per l’infanzia, dove i soggetti beneficiari e attuatori sono 1.800 Comuni che potranno aderire a questa nuova procedura messa a punto da Invitalia e Anci. Il Ministero dell’Istruzione ha già comunicato l’avvio di 3 webinar dedicati ai Comuni l’11, 12 e 13 gennaio per verificare l’interesse ad aderire alle procedure per accelerare l’attuazione degli interventi già finanziati dal PNRR. L’adesione è necessaria perché ogni singolo comune potrà valutare se procedere tramite Invitalia o in autonomia con le procedure necessarie per l’affidamento degli interventi. Tutte le attività di supporto a favore dei Comuni sono svolte attraverso la piattaforma “Ingate” di Invitalia. Non escludo che nel 2023, in ragione dei fabbisogni registrati dai Ministeri e da Anci si possano attivare nuove e analoghe procedure per altri interventi PNRR. Il vantaggio, in questo caso, sarebbe quello di mettere in parallelo lo sviluppo e l’approvazione dei progetti da parte dei Comuni e l’avvio delle gare per l’affidamento dei lavori da parte di Invitalia».

Per affrontare le sfide del PNRR e per la gestione dei fondi si punta sul partenariato pubblico-privato. L’ANAC con l’ultima delibera 432 del 20 settembre 2022 interviene per favorire la partecipazione dei privati nel PNRR. Quali sono i metodi e gli strumenti per dare questo impulso?

«Con Anci abbiamo condiviso una sostanziale innovazione di processo: la presentazione delle procedure agli operatori economici in concomitanza con la pubblicazione. L’obiettivo di questa iniziativa è quello di assicurare non solo la massima partecipazione e trasparenza delle procedure, ma anche sensibilizzare gli ordini professionali e le associazioni di categoria. Oggi nelle priorità delle amministrazioni ci sono tipologie di intervento che mal si prestano a forme di collaborazione con le imprese: seppur previsto per determinati interventi, il partenariato pubblico-privato si attiva raramente a causa delle tempistiche poco chiare e dello scarso adeguamento alle programmazioni territoriali. Il nuovo codice degli appalti potrà contribuire molto in tal senso perché dovrà consentire una programmazione dei fabbisogni ma anche delle opportunità che si renderanno disponibili al sistema delle imprese per iniziative di partenariato pubblico-privato».

Tanti progetti ma bisogna invogliare le imprese a seguirli. I Comuni non sono tecnicamente in grado di gestire le criticità delle assegnazioni dei fondi. Le opere previste dal PNRR hanno scadenze a cui i Comuni non sono in grado di far seguire impegni per richiedere le risorse, tra progettazioni e delibere. Le strutture dei Comuni vanno in sofferenza e le aziende non seguono. Quali sono i criteri che intendete seguire per superare queste criticità?

«Per quanto riguarda le procedure attivate da noi a favore dei Comuni ci riserviamo di dare un quadro della partecipazione delle imprese verso marzo prossimo ma ad oggi posso dire che le nostre gare non sono andate deserte e stiamo in fase di aggiudicazione. La programmazione serve proprio a consentire anche ai privati di leggere le nuove opportunità e nuovi bisogni dei territori. Siamo consapevoli che il vero impatto sui cittadini non ci sarà nei prossimi due anni, in cui probabilmente l’apertura e la gestione dei cantieri potranno causare disagi; il PNRR prevede  un grande investimento per l’ammodernamento e una migliore qualità della gestione dei servizi e su questo i Comuni dovranno misurarsi, anche in collaborazione con le Regioni. Immagino e spero che il 2023 e il 2024 siano l’apertura di un nuovo grande ciclo di programmazione che consenta di individuare nuovi fabbisogni e nuove priorità coerenti con quanto è stato già finanziato dal PNRR».

Non pensa che le Regioni possano offrire insieme a Invitalia un supporto importante ai piccoli Comuni?

«È auspicabile che le Regioni vadano incontro alle esigenze dei Comuni sia affiancandoli nella pianificazione delle iniziative per migliorare e accelerare le procedure di approvazione, ad esempio in sede di conferenze dei servizi, sia in fase di aggiornamento degli strumenti di pianificazione e programmazione territoriale che ad oggi non ha adeguato nessuno. I Comuni, infatti, dovranno adeguare in collaborazione con le Regioni  i piani di programmazione territoriale, dal piano urbanistico ai servizi sociali, ai piani territoriali tematici, servizi sulla mobilità, gestione dei rifiuti e della rete idrica, in modo da avere il quadro degli ulteriori fabbisogni e delle priorità finanziabili nell’ambito del nuovo ciclo di programmazione 2021-2027 e che consentiranno di organizzare in maniera più efficace le modalità di gestione dei servizi. Le misure del PNRR sono una leva decisiva per la competitività dei territori, si tratta di un programma di modernizzazione del patrimonio infrastrutturale del Paese. Il PNRR ha finanziato un numero altissimo di interventi infrastrutturali che incideranno sulla qualità dei servizi ai cittadini e sulla modalità di fruizione attraverso l’acquisto di nuovi beni come ad esempio i bus elettrici per il tema della mobilità. In tal senso, sarà necessario un aggiornamento celere dei documenti di programmazione territoriale perché sulla qualità dei servizi impattano i piani di gestione e di manutenzione delle infrastrutture: una sfida per i Comuni che partirà subito dopo l’avvio dei cantieri».

Lo stato ha investito molto per dare supporto ai Comuni, come mai hanno ancora problemi di spesa?

«Il Governo ha messo in campo numerose iniziative per supportare i Comuni: il 2023 sarà decisivo e l’auspicio è che con le diverse semplificazioni potranno risolversi anche i problemi di spesa. La qualificazione delle stazioni appaltanti, il rafforzamento delle centrali di committenza e la possibilità di aggregare le procedure a fronte di un fabbisogno comune di più amministrazioni possono sicuramente incidere su questo aspetto. In ogni Regione dovrebbero esserci centrali di committenza qualificate così come Invitalia lo è a livello nazionale per supportare le procedure di spesa per la realizzazione delle opere pubbliche.

Questo è un altro dei vantaggi che sarà prodotto indirettamente dal PNRR, cioè di qualificare sempre di più un sistema dove anche le organizzazioni territoriali stanno crescendo in qualità e capacità. Il ricorso alle piattaforme informatiche peraltro è un grande aiuto come lo saranno le iniziative che il nuovo codice prevede per la gestione dei dati in maniera condivisa con l’amministrazione centrale».

Investimento PNRR

n. procedure per AQ

Importo (mln/€)

n. interventi

n. soggetti attuatori

data pubblicazione

PINQUA

4

1234,85

261

68

11/04/2022

PNC MIC

6

721,53

105

12

30/06/2022

PUI

4

1837,06

399

160

29/09/2022

Totale

14

3.793,44

765

 

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