Semplificazione, accelerazione, concentrazione sono le parole chiave della proposta di regolamento del nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali 2021-2027 all’esame del Parlamento europeo. Il documento, che è al centro del dibattito organizzato dalla Fondazione Ifel Campania al Museo di Pietrarsa il 6 dicembre scorso, è illustrato nei dettagli da Giorgio Centurelli, esperto di politiche di coesione e di rafforzamento amministrativo. Si parte da alcuni dati salienti: un regolamento comune per sette fondi, cinque obiettivi strategici, due periodi di programmazione.
“Quello della semplificazione – spiega l’esperto – è un concetto stratosferico. Viene riproposto praticamente ogni sette anni e puntualmente, alla fine, la semplificazione diventa una complicazione. La mia idea è che, per ottenere risultati soddisfacenti, basterebbe a volte lasciare le cose inalterate aggiungendo solo pochi elementi innovativi già sperimentati”. Una riflessione buttata lì non a caso, visto che le linee della nuova programmazione comunitaria prendono spunto dallo stesso concetto.
Un regolamento per sette fondi, si diceva: è questo il primo elemento di semplificazione. “Il Fesr rimane inalterato – spiega Centurelli – Il Fondo Sociale Europeo assume la connotazione ‘plus’ inglobando altri fondi. Scompaiono così IOG, FEG, EASI che vengono incorporati. Viene meno nel quadro comune il FEASR e, dato che il nuovo regolamento coprirà solamente la componente FEAMP, la parte agricola viene inclusa in un regolamento generale ad hoc sulla politica agricola comune”.
Altre novità importanti riguardano gli obiettivi tematici (che “si trasformano in cinque obiettivi strategici: un’Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale, più vicina ai cittadini”) e le cosiddette condizionalità ex ante. Queste ultime, in particolare, diventano “condizioni abilitanti” con la differenza, rispetto all’attuale regolamento, che “non dovranno più essere attuate e verificate attraverso piani d’azione ma andranno realizzate nel corso del periodo di attuazione”.
Quanto alla programmazione, viene “spacchettata in due tempi”. E qui si ritorna un po’ al sistema del ciclo 2000/2006: “Si programma nei primi cinque anni e, a seguito dell’efficace attuazione di una serie di parametri, si può riprogrammare nei due anni successivi”.
Guarda l’intervista a Centurelli a margine del convegno di Pietrarsa
Semplificazioni riguardano ancora i programmi operativi e l’accordo di partenariato. Nell’ambito di quest’ultimo, sottolinea Centurelli, “viene richiesto in maniera esplicita, almeno nella proposta di maggio 2018, che gli stati membri pongano una sintesi delle azioni finalizzate a potenziare la capacità amministrativa di attuazione dei fondi. Di fatto si tratta della richiesta di un vero e proprio piano di rafforzamento amministrativo a livello nazionale”.
Non mancano poi novità sull’assistenza tecnica per la cui rendicontazione viene introdotto un sistema forfettario legato all’avanzamento della certificazione degli altri assi prioritari. “Si dirà così basta con documenti, carteggi e quant’altro”, eccetto che in un caso, quando cioè si dovrà “rendicontare l’assistenza tecnica per azioni di rafforzamento amministrativo”.
Uno snellimento delle operazioni è prevista anche per la designazione, “un processo estremamente complesso che in questi anni ha allungato tantissimo i tempi di start up dei programmi”. Nelle proposte di nuovo regolamento, infatti, questo “viene abolito e sostituito da un audit in start up di programmazione”.
E sempre in tema di controlli c’è un’altra importantissima novità. “Spariscono quelli in loco e diventano a campione quelli che prima erano al 100%”. Su queste misure, da cui ci si attende soprattutto “un’accelerazione nei processi di rendicontazione”, Centurelli non nega qualche dubbio.
Lo stesso fa parlando della norma che dichiara l’Iva “un costo non ammissibile nell’ambito dei fondi strutturali, ad eccezione delle operazioni di valore inferiore a 5 milioni di euro”. Il timore è che questa norma possa avere “un impatto devastante” sulla gestione di alcuni interventi. Forse sarà modificata, in ogni caso va “seguita con attenzione”.
Detto ciò, è indubbio che l’impianto del nuovo regolamento porti con sé un’accelerazione delle tempistiche. Elemento che spinge Centurelli ad alcune considerazioni finali. Con la nuova politica di coesione, dice, sarà necessario “una programmazione condivisa il più possibile a livello territoriale, secondo gli effettivi fabbisogni. E occorrerà partire quanto prima perché non saranno ammessi ritardi”. O meglio “ogni ritardo impatterà direttamente sui processi di spesa”. Per questo sarà utile “concentrare gli sforzi di sviluppo su pochi obiettivi fattibili con tempistiche certe”.
Uno dei temi più rilevanti sarà quello del rafforzamento amministrativo. In tal senso bisognerà lavorare sugli “organismi intermedi” e sui comuni in particolare, aumentando al contempo “il livello di tutoraggio nei confronti dei beneficiari: privati, imprese e altri soggetti”. E infine, “per non costringere aziende presenti su più territori regionali a organizzare strutture di rendicontazione diverse per lo stesso bando a seconda del luogo, occorrerà standardizzare i sistemi di gestione e controllo”.
Guarda l’intervento di Centurelli al convegno di Pietrarsa
Da Poliorama del 16 gennaio 2019