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Da Benevento alla conquista del mercato internazionale: Buitoni lancia l’Hub della pizza surgelata

di Valeria Mucerino

“Bella Napoli” è una locuzione da sempre associata alla pizza. Gli emigranti partiti dalle coste italiane nel ‘900 hanno chiamato così migliaia di locali sparsi in tutto il mondo, un modo per omaggiare i luoghi natii, ma anche per garantire sulla qualità delle pizze che sfornavano perché, si sa, pizza e Napoli costituiscono un binomio inscindibile.
Da qualche anno a questa parte, “Bella Napoli” è anche il marchio scelto dalla Buitoni/Nestlé per produrre e distribuire la pizza surgelata in Italia e all’estero.

Non si tratta, però, di una semplice evocazione. Le pizze “Bella Napoli” sono prodotte in Campania, per la precisione a Benevento, nell’area industriale di Ponte Valentino, in uno stabilimento all’avanguardia sotto tutti gli aspetti, capace di sfornare, surgelare, confezionare e distribuire 350 pizze al minuto.

Per progettare ed ottimizzare l’impianto è stato costituito un team internazionale composto da venti tra tecnici ed esperti di Industria 4.0, ma tutto il processo di lavorazione, dalla preparazione dell’impasto, alla lievitazione, dalla scelta degli ingredienti fino alla cottura, è ispirato alla migliore tradizione napoletana, quella che è valsa il riconoscimento da parte dell’Unesco come “patrimonio culturale dell’umanità”.

La tradizione incontra l’intelligenza artificiale

L’impasto, dunque, viene creato in maniera totalmente automatizzato, ma resta a lievitare almeno 22 ore, come avviene nelle migliori pizzerie a conduzione familiare, per poi passare alla fase di divisione in panelli e alla stenditura. Qui entra in gioco il vero gioiello dello stabilimento di Ponte Valentino, il Robot Spargisugo: progettato e costruito ispirandosi ai movimenti dei pizzaioli, riesce, grazie ai suoi sensori, ad individuare con precisione millimetrica il centro della pizza e a versare il pomodoro in maniera omogena su tutto l’impasto. Si tratta di un’innovazione assoluta nel panorama europeo dei produttori di pizze surgelate, che viene presentata dall’azienda come la migliore sintesi tra automatizzazione e rispetto della tradizione. L’emblema di tutto il progetto che mira, ovviamente, al successo sul mercato, ma con l’aspirazione di saper esportare la qualità e il “saper fare” italiano.

Il legame con il territorio

Lo stabilimento di Ponte Valentino risale al 1974 (quando produceva gelati del marchio Tanara) ed occupa una superficie di 115.000 mq (l’equivalente di venti campi da calcio, per intenderci). Nel 1993 passò alla Nestlé Italia, che ha deciso di mantenerlo e di farne un fiore all’occhiello. Grazie all’installazione di 3.000 pannelli fotovoltaici su una superficie di oltre 5.000 metri quadrati, lo stabilimento utilizza unicamente fonti rinnovabili ed è inserito nel progetto Nestlé “Zero Waste for Disposal” che prevede il riciclo del 100% dei rifiuti prodotti ed il monitoraggio costante delle emissioni di CO2.  A partire dal 2017, il gruppo Nestlé ha investito nel sito di Benevento quasi cinquanta milioni di euro, in parte finanziati da un Accordo di programma tra il Ministero dello Sviluppo Economico (attraverso Invitalia) e Regione Campania, incrementando la forza lavoro di 150 addetti, quasi tutti provenienti dalla provincia sannita, e consolidando il rapporto con le aziende locali e con Confindustria.

Pizza surgelata: un mercato in espansione

Nel 2018: IRI InfoScan Census ha presentato un white paper sul mercato delle pizze surgelate che segnalava l’enorme crescita del settore. In termini assoluti erano circa 48 milioni i kg di pizza venduti nella Distribuzione Moderna (Ipermercati, Supermercati e Libero servizio piccolo) per un fatturato che raggiungeva quasi i trecento milioni di euro. In termini relativi, le pizze erano arrivate a contare circa il 14% del mercato complessivo dei surgelati. Numeri di tutto rispetto per una nazione che è considerata il regno della pizza e che conta addirittura 128.000 pizzerie (una ogni 470 abitanti), capaci di sfornare 8 milioni di pizze al giorno, per più di 2 miliardi di pizze all’anno.
L’offerta in termini di gusti è sempre più variegata, sia per quanto riguarda le farciture che per quanto concerne gli impasti. La più venduta resta, ovviamente, la margherita, che da sola rappresenta il 60% delle vendite, ma oramai è possibile trovare nei banchi surgelati pizze di ogni tipo e forma (oltre cinquanta le varietà in vendita, secondo l’Istituto italiano alimenti surgelati). Verdure, prosciutto e funghi e 4 formaggi risultano le più vendute dopo le classiche, mentre per quanto riguarda gli impasti si trovano oramai senza problemi pizze biologiche, integrali e senza glutine. Il prezzo medio di una pizza era di € 2,30, al netto delle offerte e delle promozioni che, nel settore, sono largamente diffuse.

Gli effetti della pandemia

I dati di cui abbiamo parlato sinora erano riferiti al 2018, prima che la pandemia sconvolgesse le nostre vite e, con esse, le nostre abitudini alimentari.

Secondo una ricerca Nielsen del 2020, proprio le pizzerie hanno subito un colpo durissimo dall’emergenza epidemiologica. Tra chiusure e limitazioni si è stimato in circa 5 miliardi di euro la perdita di fatturato del settore nel 2020, praticamente la metà del fatturato dell’anno precedente.

Sarà per compensare la mancanza, sarà per cercare un po’ di normalità in mezzo alle notizie terribili, ma pare proprio che gli italiani abbiano deciso, per non rinunciare alla pizza cotta nel classico forno a legna, di provare i prodotti surgelati oltre a cimentarsi nel fai da te. Le vendite sono schizzate letteralmente, segnando un più 45% rispetto al 2019.

L’improvvisa impennata della richiesta ha messo a dura prova la tenuta di tutti gli operatori del settore e si è fatta sentire, naturalmente, anche nello stabilimento di Ponte Valentino. Per farvi fronte, la Buitoni/Nestlé ha dapprima aumentato i turni di lavoro per poi procedere a nuove assunzioni, il che ha portato a 230 il totale degli addetti impiegati. Lo stabilimento è oramai in funzione a ciclo continuo, notte e sabato compresi, grazie all’intesa trovata in tempi rapidi (e con reciproca soddisfazione) tra la parte datoriale e le rappresentanze sindacali.

La solidarietà

Il momento economicamente florido non poteva e non doveva, naturalmente, far perdere di vista la catastrofe sanitaria in atto. Ben prima, infatti, che le vendite aumentassero vertiginosamente, nel marzo 2020 la Nestlé ha aderito all’iniziativa “Una lista per la vita” promossa da Confindustria Benevento, volta a raccogliere fondi per l’ospedale San Pio del capoluogo sannita, donando 100.000 euro per l’acquisto di attrezzature e dispositivi medici che, soprattutto all’inizio della pandemia, si sono rivelati indispensabili.

Un gesto che fu molto apprezzato dalla comunità sannita e dal Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “San Pio”, il Dott. Mario Nicola Vittorio Ferrante, che, nel ringraziare l’azienda per il generoso contributo per l’acquisto di attrezzature elettromedicali per la cura degli ammalati di Covid-19, evidenziò che quel sostegno era “frutto di un profondo sentimento d’amore e solidarietà di alto valore sociale”. Sentimento condiviso dalla Nestlé che, a più riprese, ha evidenziato il legame e la propria vicinanza alla comunità nella quale è inserito lo stabilimento di Ponte Valentino.

Il futuro

Con tutta probabilità, quando la crisi epidemiologica sarà finalmente alle nostre spalle e sarà possibile di nuovo uscire per andare a mangiare una bella pizza, il mercato del surgelato ne risentirà.

Tuttavia, se è prevedibile che i picchi del 2020 e del 2021 non saranno raggiungibili nel breve periodo, non sono pochi gli esperti che pensano che gli italiani abbiano, in questi due anni, abbattuto il pregiudizio psicologico nei confronti della pizza surgelata e che anche in un futuro di normalità questo prodotto non perderà lo spazio che si è ritagliato sulle nostre tavole e nei nostri freezer.

Di sicuro al futuro guarda con interesse e fiducia la Nestlé che punta ad ampliare la distribuzione in Europa e ad arrivare in Usa, Medio Oriente e Far East. Ma sempre partendo dalla Campania e da Benevento.

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