di Carlo Marino*
I Comuni e le Città sono soggetti attuatori per un ammontare di investimenti PNRR pari a circa 40 miliardi di euro. ANCI conduce un’attività di monitoraggio costante rispetto a 41 investimenti PNRR distribuiti tra 9 componenti e 4 investimenti finanziati dal Fondo Complementare.
I dati della Ragioneria Generale dello Stato mostrano come il 54% dei Comuni coinvolti nell’attuazione di progetti PNRR si trovi al Sud. Secondo il dato IFEL a questi Comuni sono indirizzate il 44,65% delle risorse complessivamente destinate ai Comuni italiani. Il contributo dei Comuni al rispetto del vincolo di destinazione del 40% delle risorse PNRR al Sud è dunque fondamentale.
Ho voluto fare questo breve “incipit numerico” per trasferire ai lettori un dato di fatto: lo stato di attuazione del Piano di Ripresa e Resilienza sta vedendo uno sforzo eccezionale dei Comuni, che hanno fin qui rispettato tutte le scadenze e centrato tutti gli obiettivi ad essi assegnati.
Dopo aver risposto “presente” a circa 40 avvisi pubblici e proceduto ai convenzionamenti, i Comuni sono adesso nella fase dell’attuazione dei progetti. Il dato di agosto 2023 parla di 41mila gare già bandite dai Comuni nell’ambito di progetti PNRR (9 miliardi già investiti in opere pubbliche). Vorrei citare, in questo quadro, l’importante contributo fornito dall’Agenzia Invitalia che, a seguito di un accordo con ANCI e su incarico delle Amministrazioni Titolari, ha attivato un supporto a Comuni e Città Metropolitane per l’aggiudicazione dei lavori tramite la stipula di accordi quadro a livello nazionale. L’attivazione di un supporto nazionale centralizzato per le gare ha facilitato e velocizzato l’attuazione dei seguenti investimenti: Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (il PINQUA), Piani Urbani Integrati (PUI), Piano per asili nido e scuole dell’infanzia, costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici.
Eppure nonostante questa serietà, nonostante questa alacrità, il Governo ha tagliato circa 13 miliardi di risorse PNRR destinandole non sappiamo ancora a quale Agenzia nazionale. In discussione c’erano anche i Piani Urbani Integrati e solo dopo la strenua battaglia sono tornati sotto l’ombrello del PNRR delle Città Metropolitane. Il Governo ha accolto le nostre pressanti richieste e rivisto la propria decisione sui PUI. Il ministro Fitto ci ha annunciato che, se le Città Metropolitane saranno in grado di garantire il rispetto delle scadenze previste, questi progetti così importanti per le nostre comunità continueranno a essere finanziati con fondi del PNRR. Noi sappiamo bene che non ci sono ritardi, i progetti stanno procedendo nei tempi stabiliti e dunque rimarranno sotto la copertura del PNRR.
L’analisi dello stato di attuazione del Piano nella prospettiva di una sua parziale revisione mostra dunque come gli investimenti di Comuni e Città Metropolitane non presentino ritardi e criticità tali da giustificare l’ipotesi di una loro riprogrammazione o addirittura di un definanziamento.
Da una indagine a campione condotta tra i Comuni impegnati sulle diverse missioni e componenti emerge come tutti siano al lavoro per il rispetto delle scadenze italiane ed europee. Al contempo torniamo a segnalare la disponibilità di un ampio parco progetti che i Comuni hanno presentato in risposta agli avvisi pubblici PNRR e che non sono stati fin qui finanziati per l’esaurimento delle risorse a valere sugli investimenti. Ritengo che le graduatorie esistenti, e un loro eventuale scorrimento, debbano essere tenute in considerazione in eventuali processi di riprogrammazione dei diversi programmi di investimento attualmente attivi (PNRR, Coesione, FSC).
Però non verrei che tutto apparisse roseo. Affatto.
Pur in un quadro complessivamente positivo, permangono criticità trasversali a missioni e investimenti. Ad esempio sulle anticipazioni si continuano a registrare difficoltà. Non risulta ancora garantita la necessaria fluidità del sistema delle anticipazioni, qualora il soggetto attuatore richieda più del 10%. Si ricorda infatti che fin dall’inizio abbiamo fatto presente l’insufficienza di anticipazioni al 10% del finanziamento assegnato in quanto le richieste di anticipo ai Comuni da parte delle imprese che conducono i lavori possono arrivare al 30%. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze – Ragioneria Territoriale dello Stato ha previsto con una circolare (n. 19/2023) procedure per la richiesta di anticipi superiori al 10% da parte dei soggetti attuatori. Tali procedure prevedono un doppio passaggio con Ministero dell’Economia e Ministero titolare dell’investimento, e risultano eccessivamente complesse e ad oggi non risultano aver dato luogo all’erogazione di anticipazioni superiori al 10%.
In secondo luogo, è necessario porre grande attenzione al processo e ai tempi dei pagamenti dei contributi assegnati. I ritardi di spesa che vengono spesso evidenziati derivano a nostro avviso anche da una estrema lentezza nelle erogazioni intermedie da parte delle Amministrazioni Titolari. La procedura attualmente non dà sufficienti garanzie in ordine al rispetto di una tempistica accettabile. L’Amministrazione Titolare ha 15 giorni di tempo per validare i rendiconti di spesa caricati su Regis e, in caso di rendiconti errati o incompleti procede a chiedere integrazioni. Si ritiene che tempi e passaggi di questa procedura debbano essere maggiormente circoscritti.
Infine, la fase di attivazione della piattaforma Regis per la rendicontazione delle spese ha presentato complessità. In molte occasioni le Amministrazioni Titolari non hanno inserito i dati necessari per la rendicontazione da parte dei Comuni, o hanno inserito dati errati. L’assistenza da parte delle Amministrazioni Titolari è stata spesso lenta e poco efficace. La recente attivazione del supporto ai Comuni da parte delle Ragionerie Territoriali dello Stato è positiva, ma deve essere rafforzata.
ANCI ha già avanzato in sede di Cabina di Regia proposte finalizzate a facilitare e velocizzare le procedure di attuazione:
- a) Il Decreto-legge numero 13 del 2023 ha introdotto importanti semplificazioni per gli interventi relativi all’edilizia scolastica finanziati dal PNRR. Si tratta di soluzioni tra cui citiamo qui: il silenzio assenso nei procedimenti autorizzativi, l’autorizzazione all’uso nei progetti delle risorse derivanti dai ribassi d’asta, la concessione ai Sindaci di poteri commissariali. Riteniamo che queste semplificazioni debbano essere estese a tutti gli investimenti PNRR di cui sono soggetti attuatori Comuni e Città Metropolitane.
- b) Si chiede, come già osservato prima, che la procedura di richiesta di anticipazioni superiori al 10% in acconti e in fase di pagamenti intermedi sia chiara, semplice e non preveda la duplicazione delle autorizzazioni ministeriali. Come ANCI Campania abbiamo ricevuto numerose e ripetute segnalazioni sulla farraginosità di queste procedure anticipative.
- c) Si ritiene che il supporto di Invitalia per l’affidamento dei lavori si sia dimostrato un modello valido e debba essere rafforzato ed esteso ad altri investimenti. Così come deve essere implementato e rafforzato il supporto centralizzato alla rendicontazione delle spese tramite la piattaforma Regis.
Luci e ombre quindi. In particolare, in Campania dove il tessuto istituzionale è fragile. Ma una cosa deve essere chiara e lo abbiamo ripetuto con forza nel corso della nostra Assemblea regionale che si è tenuta a Salerno: non riusciamo a capire perché si spostano risorse, perché tre piani finanziati con il PNRR ora dovrebbero essere finanziati con il Re-Power. Nessuno ci ha spiegato perché. Ma in Campania e nel resto d’Italia è certa una cosa: non abbiamo nessuna intenzione di bloccare le opere pubbliche che per noi sono servizi ai cittadini.
*Presidente Anci Campania
Sindaco Caserta