Una grande azione di rinnovamento della macchina amministrativa con l’internalizzazione di tanti giovani che oggi lavorano per l’assistenza tecnica: è la proposta lanciata dal direttore generale dell’Agenzia per la Coesione Territoriale Antonio Caponetto nel corso del confronto dal titolo POST2020 organizzato il 6 dicembre scorso dalla Fondazione Ifel Campania al Museo ferroviario di Pietrarsa.
Il titolo della tavola rotonda è “La politica di coesione per costruire la nuova Europa”. E proprio ricordando questo Caponetto esordisce: “L’Unione Europea deve riuscire a trovare il modo di unificare i propri sforzi e la propria azione per aumentare l’integrazione fra i territori. Da questo punto di vista anche l’Italia ha i suoi problemi: è un paese duale, il che porta con sé disfunzioni e incide in modo negativo anche sul tema della capacità amministrativa”.
A rendere difficile la situazione non c’è solo dualismo, ma anche una complessità istituzionale che “non è accidentale ma voluta dalla costituzione”. Una complessità che inevitabilmente condiziona i tempi di realizzazione delle opere pubbliche fin dalla fase preliminare, quella della decisione. Il confronto con altri Paesi è lampante. In Francia, dove pure c’è una legge molto famosa, quella del Debàt Public, spesso citata come modello nei dibattiti di casa nostra, “sull’opera pubblica si pronuncia il governo di Parigi e quello è il punto finale di ogni discussione”. Nel nostro paese le cose funzionano in modo diverso: “Un provvedimento assunto dal governo centrale può essere oggetto di un ricorso da parte di un altro livello di governo, la provincia può impugnare gli atti del Comune, il Comune quelli della Regione, il consorzio o qualche altro ente quelli del Governo. C’è una giustiziabilità ampia che non è necessariamente da condannare ma che naturalmente produce effetti sul completamento delle opere pubbliche”.
Una situazione che condiziona anche la spesa delle risorse comunitarie. Su questo fronte, nei nuovi regolamenti c’è una grande semplificazione, dice Caponetto, anche se “dobbiamo ricordare a tutti noi che nessun procedimento definito da norme giuridiche può funzionare bene se non ci sono relazioni fiduciarie molto forti tra i livelli di governo, tra i diversi snodi istituzionali”.
Quanto alla capacità amministrativa, “ne abbiamo provate tante, è stato detto, ma forse una cosa non l’abbiamo ancora fatta e cioè una massiccia opera di internalizzazione di risorse professionali, una grandiosa campagna di inserimento di nuove energie giovani negli uffici pubblici. Sarebbe il caso di aprirci una riflessione”.
Guarda l’intervento in videoconferenza di Caponetto al convegno di Pietrarsa
Da Poliorama del 16 gennaio 2019